Consiglio Comunale – 19 agosto 2020
Per ogni Consiglio Comunale motiviamo il nostro eventuale voto contrario a specifiche delibere.
Punto 2 all’Odg
Abbiamo espresso voto contrario, come già anticipato nel precedente Consiglio (vedi punto 3 Consiglio Comunale del 6/8/2020) perché l’assenso all’intervento è il prezzo che la Giunta deve pagare per ottenere le aree necessarie ai lavori di adeguamento della strada di scorrimento.
Il progetto, di per sé, non riveste carattere di interesse pubblico per più di una ragione.
- A Vado non serve un nuovo centro commerciale.
L’area attigua a Bombardier dovrebbe conservare la sua destinazione produttiva. L’azienda, che opera in un settore in crescita, purtroppo è ancora in situazione critica: la recente presenza di Alstom potrebbe rilanciarla con un progetto di nuove produzioni, che assicurino nel tempo i livelli occupazionali.
Si è invece seguito l’esempio negativo dell’area OCV, sciupata per deposito container.
Il futuro insediamento commerciale è costituito da “tre grandi strutture di vendita al dettaglio”, che non prevede alcuna attività manifatturiera e che manca di un Piano commerciale: la Relazione si limita a dire che risponde “a nuove regole dell’economia e del mercato” e che “possiede tutte le caratteristiche per decollare positivamente attraverso un suo utilizzo che tenga conto degli orientamenti più moderni”: regole, caratteristiche e orientamenti che non vengono indicati.
È legittimo che il proprietario di un’area la voglia mettere a frutto, ma il mercato, già asfittico, sta vivendo un complesso processo di trasformazione, che va di pari passo con il mutamento degli stili di vita; e sul territorio savonese esistono già 3 centri commerciali che fanno fatica a sopravvivere. Aprirne uno nuovo toglie spazio agli altri perché il territorio, per morfologia e per numero di abitanti, ha un’oggettiva crescita limitata: il primo obiettivo dovrebbe essere quello di salvare l’esistente.
Diverso sarebbe il caso di una regia pubblica che avesse saputo attrarre investitori di qualità con l’arrivo di un grande brand, capace di fare da traino alle altre presenze commerciali. Ne fa fede il marchio DECATHLON, il solo che oggi tiene in piedi il Molo 8.44.
Certo l’apertura del nuovo insediamento non sarà tragica: il tessuto commerciale vadese saprà autonomamente riequilibrarsi con aggiustamenti in corso d’opera, ma resterà il segno di una politica miope, incapace di una programmazione a lungo termine, agita con il contributo di professionisti, operatori, associazioni di utenti.
Riguardo ai risvolti occupazionali, la Relazione si limita ad affermare che il centro “genererà un rilevante incremento di occupazione stimabile per difetto in 250 circa posti di lavoro destinati ai settori terziari e … rivolti in particolare alle donne”. Si tratta di un numero non credibile, perché non supportato da alcun dato.
- A Vado non servono due nuovi palazzi.
Basti citare l’esempio delle recenti edificazioni di via Cadorna e di piazza Mathon.
- A Vado servono maggiori investimenti sulla Valletta.
Gli oneri di urbanizzazione sono stati destinati alla nuova Scuola Media, e il progetto non si è curato di valorizzare il quartiere, che è stato sbrigativamente etichettato come “comparto caratterizzato da scarsa qualità ambientale e paesaggistica”. Non si è saputo vedere la sua valenza storica, che è fortemente identitaria, tutta concentrata nel tipico steccone di case operaie, costruite tra gli anni 10 e 20 del secolo scorso: 11 palazzine a schiera edificate lungo il rio Valletta, che testimoniano quella che è stata la Vado industriale, tra la Michallet e la Oscar Sinigaglia.
Superato il dopoguerra, quando era chiamata “Corea” come succedeva un po’ dappertutto in Italia ai quartieri degradati, negli anni ’60 gli si è affiancato – insieme alla Centrale – il nuovo quartiere dei Griffi, e oggi l’aspetto è decisamente migliorato: restiling delle facciate, recenti interventi di rifacimento dei marciapiedi con qualche arredo urbano. Inoltre si è vista la ripresa di parecchi esercizi commerciali.
Certo esistono ancora locali vuoti, certo si è lontani da un’attrattività paesaggistica, ma il nuovo progetto aiuterà in questo senso? A nostro parere si giustappone all’esistente senza integrarvisi e senza saper costituire una nuova centralità aggregativa; un’area abbandonata riprenderà vita con qualcosa di nuovo ma nuovo non è sinonimo di bello né di corretto dal punto di vista urbanistico e ambientale.
L’unico elemento di miglioramento della vivibilità è rappresentato da “una corte al centro della quale è prevista una arena / piazza pubblica”: una gradinata in un’area verde a raso. A nostro parere non serve al quartiere: diventerà uno spazio da usare, forse, una volta l’anno per iniziative specifiche; si vedano gli esempi negativi dell’arena dei giardini Colombo usata solo il 25 aprile e il 4 novembre e quella di via Rossini a Porto Vado, desolatamente abbandonata.
La necessità, più volte rilevata nella Relazione, di un filtro di protezione per le case di via Ferraris, non è soddisfatta né dal filare di alberi sullo spartitraffico né dall’altezza della gradinata.
La nostra proposta, senza ulteriore cemento e senza consumo di suolo, è quella di realizzare un’area ad alta valenza naturalistica, magari realizzata con dune a diversi livelli, a compensazione ecologica dell’aumento del traffico e del cemento; una barriera vegetale fonoassorbente a mitigazione dell’inquinamento acustico e a schermatura della spianata dei parcheggi a servizio della piattaforma commerciale, tutti purtroppo di superficie e non sotterranei.
In sintesi il progetto non risponde alle necessità di Vado e agli obiettivi fatti propri fino a ieri da questa Giunta.