Domani, 27 ottobre, è la data delle elezioni regionali e della di scadenza per la presentazione delle osservazioni al progetto rigassificatore.
È il momento opportuno per fare il punto.
IERI
Il risveglio di una comunità
Nell’agosto 2023 la protesta popolare è nata per opporsi al progetto voluto dal presidente Toti, che ha proposto la Liguria per accreditarsi presso Meloni, e dal sindaco Giuliano che ha dato disponibilità al progetto per accreditarsi presso Toti; in ciò è stata sostenuta da una Giunta e da una maggioranza targate PD:
TUTTI loro sapevano del progetto, TUTTI loro hanno taciuto.
Il PD savonese – con rare eccezioni – si è tenuto ben lontano dalla protesta dichiarando di non essere il partito del NO e limitandosi a proporre modifiche progettuali di dettaglio. (Tra gli altri che contano in provincia, Confindustria dichiarò essere una follia pensare di fare a meno del rigassificatore, e precisamente di collocarlo a Vado).
Questo per dare un’idea dei due fronti.
Al consolidarsi della protesta e all’avvicinarsi delle elezioni amministrative, il PD ha capito che era necessario aggregarsi al NO per mantenersi in sella; e così, ecco il cambio di campo: dichiarazioni di appoggio alla protesta e, per qualche audace, presenza alle manifestazioni: prima defilato poi sui palchi: un ripensamento apprezzabile se fosse stato presentato per quel che era, senza spergiurare di essere sempre stati lì.
Dalla primavera, l’affare Toti e la prospettiva di elezioni regionali anticipate hanno offerto anche alla destra l’occasione propizia per proclamare il proprio NO.
OGGI
Il ruolo assunto dalla politica
Ecco le diverse posizioni delle diverse liste sul tema rigassificatore.
Liguri a testa alta, Andrea Orlando
“Dovrà dirsi no anche all’impianto di rigassificazione a Vado Ligure e all’ampliamento del sito di Panigaglia per il quale va prevista la dismissione“. (pag. 50)
Uniti per la Costituzione, Nicola Morra
“No al rigassificatore di Vado e sì al gas russo!” (pag.1)
Democrazia Sovrana Popolare, Francesco Toscano
“No al rigassificatore di Vado Ligure. DSP è schierata fin dall’inizio contro questo progetto: né qui, né altrove. No al deturpamento del territorio, no al finto ecologismo della ‘green economy’. I cittadini non devono pagare le conseguenze delle scelte scriteriate di politica estera”.
Al lavoro per la Liguria, Marco Bucci
Il rigassificatore non è citato.
Non abbiamo reperito i programmi delle seguenti liste:
Partito Comunista dei Lavoratori, Marco Ferrando
Per l’Alternativa, Nicola Rollando
Partito Popolare del Nord, Maria Antonietta Cella
Indipendenza, Alessandro Rosson
Forza del Popolo, Davide Felice
Come si vede, mancando l’approfondimento (pure a disposizione per la quantità delle osservazioni) è difficile capire come si muoveranno le liste contrarie per fermare il progetto.
Sappiamo però che cosa dovremo fare noi, associazioni e cittadini contrari all’impianto.
DOMANI
La palla ancora ai cittadini
Dovremo stare col fiato sul collo a chiunque sarà presidente.
Vivere Vado ribadirà con forza che il rigassificatore non deve venire qui né restare a Piombino, perché in entrambi i casi la collocazione è troppo vicina all’abitato e perché non siamo nimbysti: sarebbe vergognoso vincere sulle spalle di un territorio martoriato come il nostro e che come il nostro ha lottato per far valere i propri diritti: una guerra tra poveri umilia chi la combatte e fa il gioco di chi vuole continuare ad agire in dispregio della volontà popolare.
Finora sono state le associazioni, le persone comuni a tutelare il territorio studiando i documenti, autotassandosi per organizzare convegni e manifestazioni: sono loro, siamo noi, che dobbiamo resistere ad oltranza, anche in barba al Decreto Sicurezza.