INCENERITORE LIGURE: QUALE SITO?

La sintesi della questione in quattro punti

1. PERCHÉ UN IMPIANTO DI FINE CICLO?

La previsione di un inceneritore o di un impianto chimico nasce alla necessità di raggiungere l’autosufficienza regionale evitando il conferimento fuori regione e diminuendo quello in discarica; le province destinatarie sono Genova o Savona.

Attualmente in queste province il ciclo si chiude con le due discariche vadesi e con quella genovese di Scarpino.

2. DOVE REALIZZARLO?

Nel 2024 il RINA ha consegnato, su incarico dell’Agenzia Regionale Ligure per i Rifiuti, uno studio che individua le possibili localizzazioni:

A-Zona Valpolcevera-Scarpino (GE)

B-Zona Valle Scrivia (GE)

F-Zona Vado-Quiliano (SV)

G1-Zona Cairo Montenotte (SV)

G2-Zona Cengio (SV)

Secondo lo studio, la macroarea che presenta maggiori punti di forza è la G2-Cengio.

La macroarea di Albenga è stata esclusa per maggiori punti di debolezza.

3. COSA NE PENSANO I TERRITORI INTERESSATI?

Val Bormida

I 19 sindaci della Valle, di centro destra e di centro sinistra, hanno espresso “ferma opposizione” e “un no categorico” all’impianto.

Le loro motivazioni sono le stesse che noi sosteniamo per Vado: “La Val Bormida ha subito le conseguenze di scelte politiche che hanno privilegiato l’insediamento di industrie ad alto impatto ambientale, tra cui aziende chimiche e cokerie. L’attuale situazione ambientale della Valle è il risultato di decenni di mancati interventi di mitigazione e bonifica. Il territorio della Val Bormida non è in grado di sostenere ulteriori insediamenti industriali ad alto impatto ambientale. È quindi volontà condivisa dei sindaci promuovere un nuovo modello di sviluppo sostenibile per la valle”.

Pare che il documento sarà portato in approvazione in tutti i Consigli comunali della Valle.

Questa posizione è condivisa dalla Provincia di Cuneo, memore delle ricadute sul proprio territorio dell’inquinamento ACNA.

Genova

Il sindaco Bucci così dichiarava: “Genova è pronta a fare la sua parte, ritenendo idoneo il sito di Scarpino come area per sviluppare un progetto per un impianto di chiusura del ciclo rifiuti”. (ANSA, 24 aprile 2024)

Il presidente Bucci è allineato con il vicesindaco reggente di Genova, Pietro Piciocchi, sul no alla realizzazione dell’impianto a Scarpino: “Certamente a Genova la vedo difficile perché i volumi sono molto più alti di quelle che sono le possibilità a Scarpino. A Scarpino non c’è la superficie per fare un impianto che tratti 230.000 tonnellate”. (la Repubblica, 4 marzo 2025)

Sulla questione ha preso posizione il PD Ligure, con dichiarazioni dei consiglieri regionali Natale e Arboscello i quali, col no della Val Bormida e di Piciocchi, hanno decretato il fallimento del Piano dei rifiuti: “Bucci e Giampedrone hanno fatto tombola: bocciati su tutta la linea. Non è rimasta nessuna localizzazione di quelle indicate dallo studio del RINA”. (Natale e Arboscello: IVG 19/2/2025 e 2/3/2025)

In realtà il PD ha scordato che l’ipotesi Vado è ancora sul tavolo:

distrazione o opportunismo ?

A noi non risulta che il sindaco Gilardi si sia espresso. Il che autorizza a pensare male: forse a tempo debito ci rifilerà la tiritera che non si può dire sempre no; ci spiegherà che Vado, in quanto polo ligure dei rifiuti (cioè “Città della rumenta”) è il sito più adatto per accogliere anche il nuovo impianto. Lezioncina ben imparata dalla cattiva maestra Monica Giuliano, ex sindaco vadese e oggi commissario dell’Agenzia Regionale per i Rifiuti che, da fervida ambientalista e grande esperta di ampliamento discariche, aveva dichiarato che “Il principio è quello della prossimità, ovvero far viaggiare il meno possibile i rifiuti senza ampliare le discariche”. (ANSA, 24 Aprile 2024)

Se è condivisibile il fatto che non si debba disseminare il territorio di nuove discariche, è pur vero che il Piano rifiuti prevede l’autonomia di ogni singola provincia, ed è altrettanto vero che uno stesso territorio – leggi Vado Ligure – non deve continuare ad essere sfruttato per risolvere problemi altrui.

Solo una scelta di convenienza politica può consentire che i cittadini vadesi si accollino un ulteriore incremento dell’inquinamento atmosferico e delle conseguenti ricadute sulla salute (per citare solo una delle conseguenze negative di un tale impianto).

4. ESISTE UN’ALTERNATIVA ALL’IMPIANTO?

Sì, a condizione che Genova e Savona raggiungano la percentuale di differenziata prevista dalla legge, e fino ad oggi non raggiunta.

In tal caso un impianto regionale di fine ciclo non sarebbe necessario.

I dati a supporto di questa tesi sono a disposizione.

@follower Comune Di Vado Ligure #inceneritore #termovalorizzatore #liguria #valbormida

Lascia un commento