LA PIATTAFORMA FA ANCORA PARLARE DI SÉ: EROSIONE NON SOLO A VADO

Un tema che ci sta sempre a cuore!   (chi vuole documentarsi sulle nostre prese di posizione in merito clicchi QUI)

1. Articolo – IL SECOLO di sabato 19 ottobre 2024

 

 

 

 

 

 

 

 

 


2. Lettera di Roberto Cuneo al sindaco Russo:

Gentile Avv. Russo,

sul Secolo XIX di oggi viene trattata la erosione della spiaggia di Zinola.

L’Assessore Parodi afferma che non sa a cosa si debbano questi cambiamenti.

Noi lo sappiamo benissimo (e lo sa anche l’Autorità Portuale) e lo segnalammo al Sindaco di Savona con la lettera che allego (2018). Il nostro documento si basava soprattutto sullo studio dell’Ing. Sirito, grande esperto a livello internazionale e sulla relazione dell’Ing. Tondello dell’Università di Padova.

Ricordo che nel documento finale dell’Inchiesta Pubblica, richiesta da Italia Nostra e da WWF, era previsto l’impegno dell’Autorità Portuale a ripascere tutte le erosioni dovute alla piattaforma. Anche nella relazione del Comitato Tecnico Regionale per l’inchiesto pubblica è previsto il futuro fenomeno erosivo.

In estrema sintesi l’erosione è dovuta a quanto segue:

– L’apporto di sabbia alla spiaggia tra Capo Vado e Priamar viene dal torrente Quiliano;

– Per secoli l’equilibrio della spiaggia fu dovuto all’alternanza delle mareggiate di Scirocco che spostano la sabbia verso ponente e le mareggiate di Libeccio che spostano la sabbia verso levante (le correnti evocate dal Dr. Parodi non c’entrano niente);

– Gli interventi su Capo Vado per lo spostamento della diga foranea (sono già stati sistemati alcuni cassoni) riducono l’esposizione della foce del Quiliano alle mareggiate di Libeccio mentre lasciano immutate le conseguenze delle mareggiate di Scirocco (i disegni degli studi di Sirito e di Tondello sono chiarissimi);

– La sabbia si accumulerà verso Vado interrando parte significativa del golfo e mancherà inizialmente alla Natarella e poi su tutto il litorale savonese.

A seguito della nostra lettera non c’è stata un’azione concreta da parte del Comune di Savona.

Abbiamo tutta la documentazione.

Disponiamo anche una presentazione Power Point per illustrare quanto sopra.

Suggerimmo di rinunciare alla diga e tollerare un paio di giorni annui di indisponibilità della Piattaforma (che sarà strutturalmente poco utilizzata per le gravi carenze progettuali). Si potrebbe riprendere questa idea. Altrimenti si dovrà pensare ad un ripetuto trasporto da ponente a levante della sabbia (come ipotizzato dall’Università di Genova DICCA).

Cordiali saluti

Roberto Cuneo

Italia Nostra

Consigliere Comunale di Vado Ligure per Vivere Vado


3. Articolo – IL SECOLO di domenica 20 ottobre 2024.

 

 

 


 

Rino CANAVESE – le verità pettinate del “Santo Savonese”

Rino CANAVESE – le verità pettinate del “Santo Savonese”

Come annunciato, ecco un breve report delle balle raccontate negli anni da Canavese sul tema dell’occupazione derivante dalla piattaforma.

I vadesi non hanno figli? Quest’opera darà lavoro a due generazioni. Non capisco chi dice no“.

Le prospettive occupazionali sono di mille posti di lavoro reali, nonostante quello che viene proditoriamente riferito dagli oppositori alla pubblica opinione“.

Sono in ballo 1000 posti di lavoro a prescindere da chi sarà il concessionario del terminal”.

Quella diretta è di 6-700 posti, altrettanto per l’indotto. E parliamo di posti di lavoro medio-alto”.

Maersk ha dichiarato che le sue stime sull’occupazione sono sbagliate per difetto e ritiene, per com’è l’andamento del mercato, che possono esserci numeri superiori a quelli contrattuali. Se Maersk non rispetta quei numeri perde la concessione”.

Peccato dover fare atto di fede, perché il contratto non è mai stato reso pubblico nonostante i solleciti.

(Nero su bianco, l’Accordo del 2008 prevedeva:

  • 298 occupati diretti e 150 indiretti alla fase di avvio;
  • 401 occupati diretti e 250 occupati indiretti a regime, 4 anni dopo la fase di avvio”.

L’aggiornamento dell’Accordo del 2018, firmato da Giuliano, cancella 61 diretti in fase di avvio e tutti gli indiretti.)

Nella realtà dei fatti, all’avvio dell’attività della piattaforma risultavano in totale 138 addetti tra lavoratori a tempo determinato, indeterminato, in apprendistato, in tirocinio.

 

Altre balle Canavese ha raccontato  sul finanziamento dell’opera: prima la sicurezza dell’extragettito, poi la “rilevante quota di capitali propri da parte di Maersk”,  poi il finanziamento delle banche: “si è chiusa la fase contrattuale con le banche. Gli Istituti bancari hanno messo sotto la lente d’ingrandimento tutto quello che riguarda i volumi di traffico, occupazione, i rendimenti e hanno deciso che sono numeri veri”. Nel dare la notizia la stampa pubblica anche i nomi delle banche interessate, il cui ingresso nel progetto “è stato ufficializzato e votato durante il Comitato Portuale di ieri“.

Alla fine dei giochi nessuna banca riterrà  affidabile il progetto, che sarà interamente finanziato con soldi pubblici.

 

In tale piglio sfrontato, Canavese è stato fiancheggiato da altri egregi nomi del territorio; tra i tanti, troppi, citiamo Alessandro Berta che, proprio sul finanziamento piattaforma, aveva toccato un’eccelsa vetta di comicità:

Se i finanziamenti pubblici non saranno sufficienti, interverrà direttamente il Gruppo Maersk”.

Recentemente l’immarcescibile direttore di Confindustria Savona, ha preso posizione sul rigassificatore: “Certo le ricadute sono importanti, ma pensare di fare a meno di un rigassificatore mi sembra una follia. È  sensato che serva e che abbia senso metterlo in Liguria,  specificamente a Vado dove abbiamo gli energetici...”.

La dichiarazione non ci meraviglia affatto: Berta si conferma un yes man inginocchiato ai suoi padroni, con avversaria la collettività.

Ci sono gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i piglianculo, i quaraquaquà”: così faceva dire Leonardo Sciascia al protagonista di un suo romanzo.

Ciascuno scelga la categoria in cui collocare le persone che abbiamo citato.

 

P.S. Le citazioni sono tutte documentate nel nostro libro sui vent’anni di genesi della piattaforma Maersk (www.facebook.com/viverevado/)

 

P.S. Risulta quindi infondata l’affermazione comparsa nell’articolo del 19 gen 24 de La Stampa e Il Secolo XIX, che informa della posizione dell’Unione Industriali, contraria al rigassificatore.

 

CANAVESE SANTO SUBITO!

CANAVESE SANTO SUBITO!

(a proposito dell’intervista dell’8 gennaio su Il Secolo xix)

 

Non sappiamo con quali azioni Canavese avrebbe voluto difendere Savona da Genova; sappiamo certamente che fino a che l’Autorità Portuale di Savona è stata in mano sua, Vado Ligure ha pagato un prezzo altissimo, le cui conseguenze sono tangibili oggi e lo saranno purtroppo per decenni a venire.

Molti, a Vado e non solo a Vado (compreso chi scrive), auspicavano l’accorpamento (quello che Canavese chiama “annessione”), proprio nella speranza di evitare la prosecuzione della gestione spregiudicata tipo Canavese, il cui primo obiettivo è sempre stato quello di avere piena libertà di manovra per interessi propri.

Un esempio esemplare di uomo che pare solo al comando, e invece obbedisce ad altri più potenti.

Per questo motivo avevamo contestato la scelta del sindaco Caprioglio, confermata dal sindaco Russo, di designare  proprio Canavese quale rappresentante del porto di Savona-Vado nel Comitato di gestione dell’Autorità di Sistema Portuale: non ci avrebbe difeso.

A conferma della nostra ragione, c’è  il passaggio dell’intervista sul rigassificatore: il rappresentante di Savona-Vado-Bergeggi-Albissola si permette di parlare a titolo  personale.

Che cosa ne pensa Russo?

Batta un colpo e ricordi a Canavese il suo ruolo; o meglio, lo sostituisca.

Spiace constatare che anche il giornalista non ha saputo/voluto sollevare questa evidente contraddizione.

 

Riguardo alla squallida accusa circa il pagamento dei ricorsi, si tranquillizzino i pochi lettori ancora così sprovveduti da poterci credere prezzolati: i ricorsi dei comitati sono stati pagati INTERAMENTE dalle donazioni dei cittadini: un fatto certo incomprensibile per Canavese perché lontano dalla sua cultura, caratterizzata dal fare tutto per tornaconto personale (o del fratello Paolo), e di farlo sempre con una volpe o due sotto l’ascella.

 

Su un punto siamo d’accordo con Canavese: mai fidarsi ciecamente degli studi, anche autorevoli. A riprova citiamo solo due casi, tra i tanti, troppi, che hanno interessato Vado e che sono ben chiari nella memoria:

– i tecnici di APM avevano certificato che l’interramento della piattaforma non avrebbe provocato alcun danno; la situazione della spiaggia vadese di levante oggi certifica altro .

– il RINA aveva validato i volumi di traffico che Maersk si impegnava a raggiungere CONFIDANDO NELLE DICHIARAZIONI della stessa Maersk (Sic!)

Oggi sull’occupazione Canavese dichiara che a Vado “i posti di lavoro ci sono”: anche questa è una affermazione che il giornalista prende come oro colato; ci sarebbe stata bene una domanda su quanti e quali posti di lavoro rispetto alle previsioni dello stesso Canavese.

 

Oggi non basta lo spazio di un articolo per elencare la sequenza di balle raccontate da Canavese sul tema occupazione; ci impegniamo a ricordarle a breve ai nostri lettori.

 

P.S

Per par condicio informiamo che altri egregi soggetti del territorio hanno fiancheggiato Canavese nelle sue imprese: ci occuperemo anche di loro.

Ricostruzione della spiaggia vadese di levante

Ricostruzione della spiaggia vadese di levante, distrutta dal cambio correnti provocato dalla costruzione della piattaforma Maersk di Vado in modalità terrapieno.
Ricordiamo a tutti che non si tratta di una nostra malevola lettura ma delle previsioni – corrette – del settore ambiente di Regione Liguria – scritte nel decreto di valutazione impatto ambientale del 2016 che ha approvato la modalità costruttiva in interrato.
Incrociamo le dita sperando sia un intervento risolutivo e facciamo gli auguri agli Zinolesi, prossimi bersagli – sempre secondo Regione Liguria – delle correnti, quando verrà ultimata la nuova diga foranea.

 


Per chi non ricorda bene ecco un riepilogo: https://www.viverevado.it/…/notizie/mareggiata-canaglia/

 

ANCORA SUI RIPASCIMENTI DELLE SPIAGGE VADESI

Fatti – e pubblicizzati con grande evidenza – i ripascimenti per rimediare all’erosione (dovuta alla piattaforma)… e ora chi rimedia ai danni del prelievo di sabbia dalle spiagge libere di Vado?
Autorità portuale, dopo il completamento della piattaforma e la conseguente erosione del litorale, ha provveduto – il mese scorso – al ripascimento della spiaggia scomparsa del Karibu.
Si è approvvigionata alla foce del Segno, lasciando la spiaggia in questa situazione indegna .
Tutti coloro che passano guardano scandalizzati, solo il Comune tace.
P. S.
Simpatico il cartello di “divieto di passaggio” bellamente ignorato!!