ESPLOSIONE IN DEPOSITO ENI A CALENZANO COMUNICATO CONGIUNTO

ESPLOSIONE IN DEPOSITO ENI A CALENZANO COMUNICATO CONGIUNTO:

RETE NORIGASS NOGNL

 

PER IL CLIMA-FUORI DAL FOSSILE

 

 

 

Di fronte alla tragedia che si è consumata a Calenzano la mattina di oggi 9 dicembre, nella raffineria ENI in cui è esplosa un’autocisterna durante le manovre di carico e scarico, con un tragico bilancio di vittime, feriti e dispersi, il primo nostro pensiero non può che essere di profondo cordoglio per le persone che hanno perso la vita e di grande affetto e vicinanza a chi ha subito danni, fisici, materiali e psicologici.
La stessa vicinanza esprimiamo a tutte le lavoratrici e lavoratori dell’impianto e del settore, che si trovano esposti a drammatici eventi come questo.
Non dimentichiamo che le conseguenze per il territorio circostante e la salute delle persone che ci vivono, con la dispersione nell’aria di diossine, idrocarburi e loro derivati, rimarranno per un lungo periodo e non sono al momento quantificabili, ma indubbiamente rivestono un concreto pericolo, tanto che il Sindaco ha diramato l’ordine alla popolazione di non uscire di casa e non aprire le finestre.
Per altro, la legge (Direttiva Seveso 3), che va applicata in tutti i casi come questo impone norme tassative, fra le quali persino il divieto di consumare prodotti agricoli della zona, e tanto altro ancora.
Eventi come questo mettono in luce l’altissimo livello di pericolosità di tutte le strutture deputate al trasporto, lo stoccaggio e la lavorazione degli idrocarburi.
L’evento ci ricorda altri drammatici episodi avvenuti nel tempo in diversi luoghi del nostro Paese, che ancora oggi hanno ripercussioni sulla salute, sull’ambiente, sul disastro climatico e sulla qualità della vita.
Tutte vicende nelle quali le preoccupazioni delle popolazioni erano sempre state zittite garantendo che quelle strutture erano “sicure”.
Le norme di sicurezza sono a tutt’oggi inadeguate, i controlli sono evidentemente insufficienti; più ingenerale, continuare a stipare nei nostri territori un’infinità di impianti deputati alla gestione delle fonti energetiche fossili, rende tutto il Paese un’enorme area di alto rischio, rispetto alla quale andrebbero preparati, pubblicizzati, sperimentati dettagliatissimi piani di emergenza.
Sembra una vera e propria beffa, di fronte alla tragedia consumatasi oggi, il fatto che nelle settimane passate a Ravenna (altra area satura di strutture legate all’estrattivismo fossile) si è tenuta, per iniziativa della Prefettura, con grande risonanza mediatica, la simulazione non già di un incidente rilevante, ma di un possibile “attacco di ambientalisti” contro un impianto.
Ovviamente chiediamo che si inizi subito l’opera di bonifica delle zone colpite, ma anche di tutte le aree che presentano elementi di rischio d’incidente, di pericolo per la salute e di distruzione dell’ambiente; pretendiamo che si investa molto e molto di più sulla sicurezza e ci si decida a varare un vero Piano per la prevenzione degli incidenti nei posti di lavoro, che ogni anno sono causa di una vera e propria strage continuata; e soprattutto ribadiamo la convinzione che vada imboccata subito la strada di una vera transizione ecologica, a partire dall’abbattimento (e non la mistificazione delle “compensazioni”) delle emissioni inquinanti e climalteranti, che significa innanzi tutto stabilire una moratoria su tutti i progetti di espansione delle opere al servizio delle fonti fossili, e viceversa accelerare (senza mettere continui bastoni fra le ruote, come oggi avviene) i processi di riconversione verso un sistema basato sulle fonti rinnovabili e soprattutto sul risparmio energetico, l’efficientamento, la produzione diffusa e decentrata.
D’altronde, il consumo dei fossili, del gas in particolare, da anni sta diminuendo, ed è assurdo insistere nell’implementazione di strutture che vanno a vantaggio solamente del profitto dei colossi dell’estrattivismo.
La vita delle persone, la salute delle popolazioni, la tutela dell’ambiente, il futuro delle giovani generazioni, sono molto più importanti dei lauti profitti dei padroni del fossile.

9 dicembre 2024

VIVERE VADO aderisce alla Rete NoRigass NoGnl

NUOVE OSSERVAZIONI RIGASSIFICATORE

Nel corso dell’ultimo anno il sottoscritto Movimento politico ha inviato le proprie osservazioni al progetto, ogni volta che la legge gliene ha dato la possibilità.

Decine di altri soggetti pubblici e privati lo hanno fatto a loro volta, ciascuno affrontando temi specifici: ambiente, sicurezza, economia…

A quale scopo? Il senso della norma che prevede le osservazioni è quello di utilizzare le risorse locali, con la loro diretta conoscenza del territorio, per rendere un progetto il più possibile condiviso: nel nostro caso le osservazioni – tecniche, scientifiche, amministrative – hanno permesso un articolato succedersi di integrazioni e modifiche migliorative di parecchi aspetti del progetto (che nella prima versione si era distinto per superficialità e approssimazione).

Quel che non è cambiato è il nocciolo del problema, che continua a vedere contrapposte le rispettive posizioni degli interlocutori: da una parte il Proponente, che “si porta avanti con il lavoro” avendo già attivato procedimenti di esproprio; dall’altra parte il territorio che, pur compatto nel rigettare in toto la proposta, sta responsabilmente utilizzando lo strumento delle osservazioni, col rischio di poter sembrare acquiescente ad esso, una volta risolti specifici problemi.

Si tratta di una lettura sbagliata che induce a pensare che tutto sia sotto il controllo di una regia capace di guidare con equilibrio la coppia di cavalli in corsa verso due diverse mete, sorpassando la protesta.

Questa situazione, tragicamente surreale, poggia su due fatti:

  • La scelta del sito di Vado. che non è frutto di un’analisi delle opzioni possibili (compresa l’opzione zero) ma è arbitrariamente definita come “l’unica alternativa che garantisca la sussistenza dei tre requisiti essenziali” alla realizzazione del progetto. E, aggiungiamo noi, agli interessi di SNAM.
  • Non si vuole capire che per tutti gli attori del territorio nessuna modifica migliorativa farà mai accettare il progetto perché nessuna risposta può essere tranquillizzante circa le ripercussioni negative dell’impianto sulla salute e sulla sicurezza delle persone, nonché sulle matrici ambientali; perché tutta la storia è figlia di un’imposizione politica che vorrebbe ancora una volta trasformare i cittadini in sudditi obbedienti.

Per queste ragioni siamo convinti che il confronto con SNAM ormai sia sterile: ai fini del nostro obiettivo l’interlocutore giusto è la politica. E purtroppo a Vado abbiamo esperienza di tutti i raggiri, gli artifici che la politica sa mettere in atto per imporre un’opera avversata dalla popolazione. Abbiamo esperienza di come le valutazioni dei tecnici del territorio siano state guardate con sufficienza se non irrise dai tecnici dei Proponenti, salvo poi risultare perfettamente confermate alla prova dei fatti: vedasi l’erosione della spiaggia tra Vado e Savona iniziata nel levante di Vado e destinata a compromettere l’intera spiaggia.

Per queste ragioni Vivere Vado oggi, per la prima volta, esce dal teatrino presentando questo scritto invece di osservazioni puntuali.

Siamo consapevoli di non poterci attendere risposta da SNAM, ma tanto dovevamo comunicare affinché questo nostro sopravvenuto silenzio non fosse interpretato come disinteresse o, peggio, come raggiunta accettazione del progetto.

Qui il testo integrale inviato al MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ENERGETICA DIREZIONE GENERALE VALUTAZIONI AMBIENTALI: osservazioni-rigassificatore_2024_10_27.pdf

 


RIGASSIFICATORE: RIMANIAMO IN ALLERTA

Domani, 27 ottobre, è la data delle elezioni regionali e della di scadenza per la presentazione delle osservazioni al progetto rigassificatore.

È il momento opportuno per fare il punto.

IERI

Il risveglio di una comunità

Nell’agosto 2023 la protesta popolare è nata per opporsi al progetto voluto dal presidente Toti, che ha proposto la Liguria per accreditarsi presso Meloni, e dal sindaco Giuliano che ha dato disponibilità al progetto per accreditarsi presso Toti; in ciò è stata sostenuta da una Giunta e da una maggioranza targate PD:

TUTTI loro sapevano del progetto, TUTTI loro hanno taciuto.

Il PD savonese – con rare eccezioni – si è tenuto ben lontano dalla protesta dichiarando di non essere il partito del NO e limitandosi a proporre modifiche progettuali di dettaglio. (Tra gli altri che contano in provincia, Confindustria dichiarò essere una follia pensare di fare a meno del rigassificatore, e precisamente di collocarlo a Vado).

Questo per dare un’idea dei due fronti.

Al consolidarsi della protesta e all’avvicinarsi delle elezioni amministrative, il PD ha capito che era necessario aggregarsi al NO per mantenersi in sella; e così, ecco il cambio di campo: dichiarazioni di appoggio alla protesta e, per qualche audace, presenza alle manifestazioni: prima defilato poi sui palchi: un ripensamento apprezzabile se fosse stato presentato per quel che era, senza spergiurare di essere sempre stati lì.

Dalla primavera, l’affare Toti e la prospettiva di elezioni regionali anticipate hanno offerto anche alla destra l’occasione propizia per proclamare il proprio NO.

OGGI

Il ruolo assunto dalla politica

Ecco le diverse posizioni delle diverse liste sul tema rigassificatore.

 

Liguri a testa alta, Andrea Orlando

Dovrà dirsi no anche all’impianto di rigassificazione a Vado Ligure e all’ampliamento del sito di Panigaglia per il quale va prevista la dismissione“. (pag. 50)

Uniti per la Costituzione, Nicola Morra

No al rigassificatore di Vado e sì al gas russo!” (pag.1)

Democrazia Sovrana Popolare, Francesco Toscano

No al rigassificatore di Vado Ligure. DSP è schierata fin dall’inizio contro questo progetto: né qui, né altrove. No al deturpamento del territorio, no al finto ecologismo della ‘green economy’. I cittadini non devono pagare le conseguenze delle scelte scriteriate di politica estera”.

 

Al lavoro per la Liguria, Marco Bucci

Il rigassificatore non è citato.

 

Non abbiamo reperito i programmi delle seguenti liste:

Partito Comunista dei Lavoratori, Marco Ferrando

Per l’Alternativa, Nicola Rollando

Partito Popolare del Nord, Maria Antonietta Cella

Indipendenza, Alessandro Rosson

Forza del Popolo, Davide Felice

 

Come si vede, mancando l’approfondimento (pure a disposizione per la quantità delle osservazioni)  è difficile capire come si muoveranno le liste contrarie per fermare il progetto.

Sappiamo però che cosa dovremo fare noi, associazioni e cittadini contrari all’impianto.

DOMANI

La palla ancora ai cittadini

Dovremo stare col fiato sul collo a chiunque sarà presidente.

Vivere Vado ribadirà con forza che il rigassificatore non deve venire qui né restare a Piombino, perché in entrambi i casi la collocazione è troppo vicina all’abitato e perché non siamo nimbysti: sarebbe vergognoso vincere sulle spalle di un territorio martoriato come il nostro e che come il nostro ha lottato per far valere i propri diritti: una guerra tra poveri umilia chi la combatte e fa il gioco di chi vuole continuare ad agire in dispregio della volontà popolare.

Finora sono state le associazioni, le persone comuni a tutelare il territorio studiando i documenti, autotassandosi per organizzare convegni e manifestazioni: sono loro, siamo noi, che dobbiamo resistere ad oltranza, anche in barba al Decreto Sicurezza.


 

 

 

 

IL LUPO PERDE IL PELO…

Ovvero: La coerenza di Monica Giuliano

E così… cala il sipario (pare) sulla nostra ex sindaca.
Nella sua ultima intervista Giuliano ha confermato le sue grandi doti di mestierante della politica; un ruolo che a parole rigetta ma che ha felicemente ricoperto fin dalla giovinezza; le sue dichiarazioni risplendono oggi della identica spudoratezza di ieri.
Brilla, su tutte: “Vado è una città rinata, bella, dove i conflitti ambientali sono stati superati”.
Esoneriamo il lettore dall’elenco delle prove – tutte documentate – di questa falsità.
Basterebbe guardare alle conseguenze nefaste dell’interramento della piattaforma, dell’ampliamento delle discariche, dello scandaloso progetto di via Sabazia; senza scordare l’incombente minaccia del rigassificatore, progetto di cui Giuliano è responsabile.
Siamo certi che, se fosse ancora alla guida della città, coerentemente con la sua storia lo spaccerebbe per miglioramento ambientale; stiamo aspettando pazientemente che faccia lo stesso anche il fido successore Gilardi.
Che cosa ci lascia Monica Giuliano? L’esempio di una leader che si è atteggiata a manager aziendale sentendosi autorizzata a decidere per la collettività: un esempio di degenerazione della politica: quella che sbandiera verità comode anche se infondate, quella che nega l’evidenza della realtà.
Infatti Giuliano ha il coraggio di ergersi a vittima: “Ho dato tanto subendo troppi insulti”.
È un ritornello che canta dal 2009, quando scaricò su altri, e solo su altri, la responsabilità della sua sconfitta elettorale.
Oggi scorda i tappeti rossi che giornalisti pennivendoli le hanno srotolato davanti, scorda il silenzio omertoso del PD che le ha permesso di conservare la poltrona quando avrebbe avuto tutte le carte in regola per cacciarla a pedate.
Le nobili motivazioni del suo abbandono sono ridicole; altro che non riconoscersi più nel sistema attuale! È il sistema nel quale ha nuotato fino ad oggi.
Siamo convinti che la sua non sia stata una scelta, ma una strada obbligata da sopravvenute contingenze: l’incapacità di far decollare l’Agenzia per i Rifiuti, l’indagine su Toti e sulle discariche vadesi. Una partita, quest’ultima, che pare non ancora chiusa e che forse le turba ancora i sonni.
Meglio allora cogliere al volo l’ultima opportunità del Comune di Bergeggi per non rischiare di trovarsi disoccupata per davvero.

P.S. Se il nostro titolo ci azzecca ne vedremo ancora, di belle e di brutte.