Sviluppo, sostenibilità, occupazione

Sviluppo, sostenibilità, occupazione… ma perché non Sole, Cuore, Amore?!

 

Al di là di un sorriso amaro che ci viene dal titolo del protocollo firmato il 31 maggio dalla Sindaco Giuliano e dai “volponi” con lei ritratti nella foto d’occasione siamo consci che per conoscere e valutare correttamente quel documento, occorre aspettare la fine dell’iter amministrativo, che difficilmente si potrà concludere entro il dichiarato 31 luglio.

Per Vado l’iter prevede una delibera di Giunta comunale e una di Consiglio: persino al cittadino sprovveduto appare ridicolo che il Consiglio, rappresentante della comunità, si trovi in pratica a ratificare una decisione presa dall’alto, contro il più elementare concetto di democrazia.

Ma questa è la legge, piegata ai voleri di singole persone “interessate” e non all’”interesse pubblico”. E questa è la foglia di fico dietro cui Giuliano si è sempre nascosta.

I media hanno dato gran risalto al contenuto, in gara tra chi più allungava l’elenco delle compensazioni per Vado e il peso del loro valore monetario.

Per ora Vivere Vado non prende in considerazione l’elenco, in attesa di  leggere nero su bianco il testo che arriverà in Consiglio comunale. Valuterà allora la rispondenza o la discrepanza tra quanto pubblicato in questi giorni e il documento definitivo, pronto a scommettere che l’unico impegno rispettato sarà la scadenza del 2026 per la realizzazione dei cassoni.

Vivere Vado non consentirà che l’operazione di continua rimozione della memoria riesca con grande facilità e sarà pronta a disturbare il lieto sorriso dei manovratori con una puntuale opera di verifica dei fatti – al di là delle parole – e di difesa del territorio.

CASSONI E BARRICATE

Il risveglio dei sudditi

La scelta di Vado quale sede per la costruzione dei cassoni di Genova ha provocato qualche reazione sul territorio, anche da parte di coloro che – sindacati in primis – da sempre praticano, nei confronti della Giunta vadese e delle sue scelte, comportamenti che vanno da quello dello struzzo a quello del pappagallo: dal miserevole silenzio-assenso al plauso incondizionato.

Si è pianto sul latte versato meravigliandosi del mancato coinvolgimento dei cittadini.

Si è finto di poter avviare una qualche azione popolare, magari una stupida guerra di campanile con Genova, ben sapendo che i cassoni arriveranno comunque perché l’assenso del nostro Sindaco era scontato ben prima che la popolazione venisse a conoscenza del progetto. Perfino in presenza di una immaginaria consultazione popolare, Giuliano cancellerebbe l’eventuale risultato negativo, come ha già fatto nel 2008 per la piattaforma.

Ciò non significa arrendersi: per Vivere Vado significa vigilare affinché siano rispettate le poche condizioni che forse arriveranno a limitare l’impatto sulla città, pur consapevole che Giuliano non si curerà di esigerne il rispetto. Così si è comportata fino ad oggi, sbandierando come fossero nuove, compensazioni vecchie sempre procrastinate, o aggiornate al ribasso.

 

Ricordiamo che i cassoni sono solo una delle tante conseguenze dell’ampliamento del nostro porto, insieme alle ipotesi di deposito bitume, prodotti chimici, GNL: con l’unico vantaggio, rispetto a queste servitù, della durata limitata nel tempo e così ci risulta, della dipartita del progetto GNL perché qualcuno ha capito che la misura è colma.

Ben altre nefandezze sono state imposte alla comunità nei nove anni di Amministrazione Giuliano: nessuna di esse presente nei suoi programmi elettorali, tutte con importanti ricadute negative che travalicano la durata del mandato. E soprattutto tutte decise nel chiuso del palazzo o dei palazzi sicché i cittadini, in mancanza di un Piano a lungo termine che disegni il futuro della città, si trovano di volta in volta a dover valutare una nuova servitù slegata dal contesto, a patto di venirne a conoscenza per tempo e non a cose fatte: così è stato per la piattaforma interrata e non su pali, per l’ampliamento delle due discariche, per il progetto di interruzione di via Sabazia, per la non messa in sicurezza del rio Sant’Elena, per la mano libera concessa ad Autorità di Sistema Portuale sul prossimo Piano Regolatore.

Scelte che hanno già cambiato la fisionomia di Vado: le poche aree libere sono state occupate dai container, sicché il Segno è tornato al dopoguerra, con muri e file di container al posto degli stabilimenti: è perciò accantonato il progetto, promosso per anni, della frazione Valle come secondo centro urbano; anzi, il Sindaco parla di retroporto in Piemonte sembrando con ciò voler difendere la vivibilità di Vado, ma in realtà perché consapevole che ormai qui non ci sono più spazi disponibili.

Anche la pregiata area Multipolis sta per essere occupata dai container e siamo pronti a scommettere che farà la stessa fine l’area oggi occupata dal Molo 8.44: il porto non se la lascerà sfuggire.

 

I perché di queste scelte nefaste

Vivere Vado li ha scritti più volte e qui li ribadisce

  1. Perché la smodata ambizione di Giuliano, unita all’incapacità di farsi strada con le proprie gambe, la porta ad assecondare tutti quelli che hanno bisogno di spazio per i loro affari; la porta a voltare la frittata etichettando questi affari con i termini “opportunità” o “sostenibilità”, sempre più spesso coniugati a patetiche invettive contro l’ambientalismo e gli ambientalisti, colpevoli di desiderare “prati verdi” invece di progresso.

Un’ignoranza così crassa da essere imbarazzante: Giuliano non conosce nulla della relazione uomo-ambiente, al di là dello slogan “crescita sostenibile” “ sviluppo sostenibile”: vive di slogan, efficaci solo per gente di suo pari o per consapevoli collusi.

  1. Perché da queste scelte deriva buona parte del denaro usato per finanziare le molte opere pubbliche che, come novello podestà a servizio del regime, le servono a silenziare la già silenziosa maggioranza.

Per tutto ciò Giuliano merita, in vita, il diritto all’ intitolazione di una strada quale “sindaco della distruzione vadese”, contraltare alla dedica di piazza Borra al compianto sindaco della ricostruzione vadese del dopoguerra.

 

Quali spazi di azione restano ai vadesi?

 

Esiste una sola ricetta, che non può essere avviata finché Giuliano, o un suo clone fedele al “partito del cemento”, siederanno sulla poltrona di sindaco.

Per uscire dalla sacca serve una azione politica libera da condizionamenti e clientele, serve un’idea di città a misura di cittadino e non di container e rifiuti.

 

 

 

 

 

VIVERE VADO PARLA CHIARO

DOPO I NOSTRI RECENTI INTERVENTI PUBBLICI LEGGIAMO OGGI SUI GIORNALI LOCALI NOSTRE “PRESUNTE” PAROLE TRA VIRGOLETTE E PRECISIAMO CHE:
VIVERE VADO sta dalla parte dei cittadini che non vogliono più fare le pedine passive in un gioco che fa vincere solo pochissimi, Le nostre prese di posizione pubbliche e consultabili su sito e pagina fb non sono per “fare le barricate” contro i cassoni a Vado ma sono contro un modo di intendere la gestione della cosa pubblica come una questione privata di un comitato d’affari (al quale la Sindaco Giuliano si gloria di appartenere). Inoltre queste nostre posizioni non sono espressione di Memoria e Futuro che è il gruppo consigliare di cui facciamo parte ma che non ha ancora espresso una specifica posizione sulla questione.
AGGIORNAMENTO 16 MAG 23 – PUBBLICATE NOSTRE PRECISAZIONI SU IL SECOLO XIX E LA STAMPA

SAVONA&VADO PORTS FORUM … PER POCHI

CONVEGNO A PORTE CHIUSE A SV – CONVEGNO APERTO A TUTTI A GE

Oggi 12 maggio, nella prestigiosa cornice del Priamar, si è tenuto un convegno sullo sviluppo del porto e retroporto di Savona e Vado. (qui un resoconto giornalistico)
Si legge che è prevista la “Partecipazione esclusivamente ad invito”.
Che cosa temono gli organizzatori? Che qualcuno intervenga a rovinare la festa?
Eppure il tema del retroporto è di grande interesse per noi vadesi, perché l’amministrazione comunale, sempre al riparo dall’opinione pubblica, non ha posto alcun limite all’espansione di queste aree, lasciando libertà al prossimo Piano Regolatore Portuale di fagocitare l’abitato.
Solo Vivere Vado ha presentato in tal senso osservazioni al Piano.
Ci chiediamo se, nel silenzio di chi ha appoggiato questa amministrazione, fermenti qualche sussulto di dignità.
Meglio il programma di domani 13 maggio a Genova dove si è organizzata dal basso una pubblica occasione di discussione sul futuro del porto di Genova che inevitabilmente riguarda da vicino anche noi del ponente
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AGGIORNAMENTO 20 MAG 23
Qui sotto leggi un commento interessante inviatoci da un nostro lettore a proposito del protagonismo della Capitaneria di Porto e pubblicato sul nostro profilo FB il 20 mag 23

QUANTE VOLTE IL SINDACO SI VENDERÀ ANCORA VADO?

Leggi qui Articolo de LA STAMPA 10MAG23

Senza entrare nel merito dei “cassoni sì cassoni no” (ne abbiamo già parlato qui), la dichiarazione del sindaco riportata dai giornali di oggi, conferma la sua sfacciata capacità di falsificare la realtà.
Giuliano sostiene che:
1.       ” I sindaci e la collettività hanno sempre discusso e valutato“. NON È VERO.
Nella storia di Vado l’unico confronto con i cittadini si è avuto sulla piattaforma; una consultazione popolare prima strappata a forza dalle mani di Giacobbe e Giuliano grazie alla pressione cittadina, e poi disattesa nel risultato, ad opera degli stessi.
Durante i suoi mandati Giuliano ha continuato a decidere in totale autonomia, salvo accordarsi direttamente con i proponenti, ben lontana dalla collettività.
Questi gli esempi più eclatanti:
– l’interramento della piattaforma
– l’ampliamento delle discariche Boscaccio e Bossarino
– la posizione sul potenziamento di Tirreno Power
– la chiusura di via Sabazia
2.       ” Serve un protocollo preciso“.
Giuliano la racconta a suo modo, ma noi ricordiamo che:
– Con l’accordo del 2008, aveva spacciato per “garantito il rispetto di ogni singolo impegno”   attraverso una campagna di rendering  e banchetti pubblicitari
– Nel 2018 sull’aggiornamento dello stesso accordo dichiarava: ” Rivendichiamo la ridefinizione dell’accordo di programma che porta, grazie alla nostra proposta, precise garanzie temporali ed economiche per la puntuale definizione degli interventi…” .  E ancora: ” da un confronto politico si è sceso a un livello tecnico “.
Evidentemente le garanzie non erano tali se oggi Giuliano mette sul piatto “gli ultimi interventi previsti dall’Accordo”
3.       Dei “benefici per il territorio” così come intesi da Giuliano, conosciamo solo le compensazioni monetarie e la sua carriera.

Non sappiamo quante volte venderà ancora Vado per acquisire potere e considerazione ma di certo sappiamo che a pagare saranno i vadesi.

AVANTI C’E’ POSTO … A VADO LIGURE

23 anni fa, il comitato Vado Vuole Vivere aveva avvertito i cittadini: “Attenzione: la piattaforma ci ridurrà come Pra’ “.
Ci stiamo avvicinando a grandi passi a quello scenario: sul deposito portuale di Gas Naturale Liquido il sindaco valuterà le implicazioni per il nostro territorio solo dopo il pronunciamento di Bergeggi; ma le implicazioni per Vado sono già chiare perché le cisterne transiteranno lungo le nostre strade e lungo la linea ferroviaria, cioè nel centro abitato. Sui CASSONI che devono essere costruiti per la diga di Genova ma che il ponente genovese rifiuta, il nostro sindaco ha già dato disponibilità a Rixi e a Toti per costruirli a Vado.
Ora tutti tacciono perché temono le orecchie tese del sindaco, ma siamo certi che tra qualche anno anche Vado, come Pra’, uscirà dal torpore e scenderà in piazza contro l’ennesima servitù che farà traboccare il vaso troppo pieno.
Questo non preoccupa chi ci governa: quel giorno, sazio di potere e di cemento, si sarà già sistemato in più accoglienti località vicine.
Per chi ha buona memoria ed un po’ di anni alle spalle, la Storia di Vado insegna.