La narrazione immaginifica dei fulgidi destini della città di Vado, cui ci aveva abituato Monica Giuliano, continua per inerzia sulle pagine locali de “Il Secolo XIX” ma anche sui profili facebook della lista Gilardi “Vado, Prima” in perfetta assonanza e continuità; sembra che si voglia eliminare dalla memoria l’ingloriosa fine della passata amministrazione e mettere tra parentesi questo lungo periodo di limbo istituzionale che ci porterà alle elezioni nella prossima primavera.
Questa volta si parla dell’avvio lavori per l’eliminazione del passaggio a livello di via Sabazia e la conseguente realizzazione di una bretella stradale, di un sottopasso ecc.; e se ne parla come se il nuovo intervento fosse il segno di una svolta epocale a vantaggio dei vadesi. Crediamo che questa narrazione sia molto tossica e poco rispettosa dell’intelligenza dei cittadini (e lettori) vadesi.
Al di là della questione dell’informazione in generale, vogliamo esprimere il nostro parere in merito al contenuto dell’articolo:
- I vantaggi dell’intervento per RFI e AdSP sono innegabili, e l’articolo li espone correttamente.
- Sono invece del tutto infondate le valutazioni circa le positive ripercussioni sulla viabilità e quindi sulla vivibilità dei vadesi, così indicate:
– ” liberazione dai disagi di dover aspettare il passaggio dei treni”
– ” le auto potranno salire direttamente da via Ferraris tramite una rampa”
– ” pedoni e ciclisti avranno a disposizione un sottopasso…”.
(Evitiamo per il momento di parlare di barriere fonoassorbenti perché è un capitolo pieno di ombre; siamo certi che si tratterà, ancora una volta, di un tentativo di riduzione del danno).
Potrebbe trattarsi di un elenco di miglioramenti solo per chi non conoscesse la città, che invece risulta divisa in due, con un quartiere in trappola dall’oggi al domani, e per di più senza aver ricevuto alcun preavviso che consentisse qualche azione di autotutela. Quartiere vitale, che ospita il nido, la scuola materna, il Centro socio-sanitario, parecchie aziende ed esercizi commerciali, un’area giochi (non più accessibile dall’apertura del cantiere); e in cui l’amministrazione Giuliano ha previsto la realizzazione della futura scuola media.
Chi è transitato in zona in questi due giorni ha potuto registrare un dissenso diffuso.
Ma siamo solo all’inizio e avremo tempo di abituarci ai giri dell’oca, senza illuderci di tempi brevi e interventi indolori: il cantiere durerà un paio di anni.
Il tempo giusto per predisporre uno studio urbanistico complessivo che cerchi di guarire questa ferita con un ripensamento della funzione futura della zona, se non vogliamo marginalizzarla per sempre.
P.S. La soluzione ottimale per consentire al porto di lavorare in tranquillità e per lasciare margini di autonomia alla città, sarebbe stata quella di un raccordo ferroviario diretto dal porto alla linea Genova- Ventimiglia: soluzione prospettata all’inizio della faccenda Maersk, e dimenticata da chi l’aveva firmata.
Qui il resoconto dell’intervento del capogruppo di Memoria e Futuro in Consiglio Comunale sul tema dell’eliminazione del passaggio a livello di Via Sabazia nella primavera ’22 quando venne discusso e rilasciato il parere del Comune di Vado sull’opera.